
L’Acustica ai Concerti
“Quando ai concerti si sente malissimo o (addirittura) salta l’impianto..“
Questo non vuole essere un sottotitolo tragico ed, effettivamente, con tutti i professionisti dello spettacolo che abbiamo in Italia, non sono cose che succedono così spesso. Ma si sa che gli imprevisti ci sono, “errare è umano” e – tecnicamente – può succedere che le cose smettano improvvisamente di funzionare.
Premesso questo, quando ognuno di noi acquista un biglietto per un concerto (oppure ha un bellissimo Pass, vedi articolo precedente), lo acquista per vedere il suo artista preferito e per ASCOLTARLO dal vivo con un impianto audio da paura! Visto che i biglietti ultimamente non sono così economici, sentire bene e avere una buona acustica è ovviamente un must-have.

Quando scrivo “Acustica ai concerti” intendo proprio il suono percepito dal pubblico attraverso l’impianto audio o P.A. System (vedi Nota Tecnica #4).
Il P.A. System vi ricordo, se non avete ancora letto o cliccato sul link qui sopra, essere l’insieme di microfoni, amplificatori, altoparlanti, casse e subwoofer che permette di aumentare il volume dell’ascolto del pubblico.
Qui vedete un piccolo schema, per i più fanatici, di come funziona. Potete cliccare sulla foto per ingrandire. In sostanza: tutti gli strumenti e microfoni sono collegati al mixer che elabora i suoni che riceve dagli strumenti e li manda alle casse/speaker, amplificando il suono verso la platea.
Per vedere in concreto dei super impianti audio da farvi venire i capelli dritti, ecco due piccoli esempi utili anche per vedere gli sviluppi ingegneristici!
1) Wall of Sound dei Grateful Dead, 1974. Centinaia di ampli, speaker, subwoofer e tweeter, per più di 70 tonnellate con un’altezza di un palazzo di 3 piani e largo più di 30 metri.
2) 360° Tour degli U2, 2009. Il nome del tour prende spunto dal design a 360 gradi della struttura del palco, ribattezzato The Claw (artiglio). Il palco ha una base larga 56 metri e il pennacchio centrale si estende in altezza fino a 50 metri. Il tutto è sormontato da un maxischermo circolare (dal peso di 54 tonnellate) ad alta definizione. Lo stesso maxischermo è composto da 500000 pixel e 30000 cavi. Ogni lato dell’artiglio ha un proprio sistema di casse e più 72 subwoofer separati.
Grateful Dead – Wall of Sound, Coliseum 1974 – PH: Mary Ann Mayer U2’s 360° Tour, Dublin 2009 – PH: Fabs48
Imprevisti
Cosa succede se, durante un concerto, si sente malissimo e l’acustica non è buona? Non è certo una cosa semplice fare uscire un bel suono dall’impianto audio e, più che altro, farlo arrivare – sia frontale, sia anche laterale – a decine e decine di metri di distanza, se pensate ai grandi concerti da 200 mila persone. Calcolando inoltre che l’acustica di un concerto (più precisamente di una location) cambia in base a tantissime variabili: la struttura all’aperto o al chiuso, la tipologia di impianto, i materiali, le dimensioni dell’area concerto, il posizionamento delle casse, e così via. Non è un gioco da ragazzi e ci sono grandi professionisti proprio per questo, per farci ascoltare bene! Certo che, a volte, possono esserci tecnici meno qualificati ed errori umani.. oppure tanti imprevisti che, purtroppo, rovinano la resa del concerto.
Mi è capitato di essere ad un concerto dei Negramaro. Loro suonavano e avevano già superato metà scaletta. Pubblico carico. Volume giusto, da concerto, quello che ti entra nello stomaco con le giuste misure e che ti coinvolge e ti fa saltare. Nel bel mezzo di questo entusiasmo, succede una cosa inaspettata. Si crea un buco sonoro pazzesco e si abbassa di colpo tutto il volume. L’acustica cambia. Ho percepito subito questa differenza ma nel frattempo i Negramaro stavano continuando a suonare come se non fosse successo nulla. Rimango qualche istante a cercare di capire e vedo che anche altri come me iniziano ad avere espressioni interrogative e iniziavano a dire ad alta voce di alzare il volume. Un po’ di volume si sentiva e loro continuavano a suonare e cantare “a tutto fuoco”, carichissimi.. noi invece, dalla platea, riuscivamo a parlarci ad un metro di distanza senza dover urlare.
Era una situazione surreale. Abbiamo aspettato parecchi brani per capire se era una cosa risolvibile o meno. Avevo intuito che il problema avesse a che fare con il PA, l’impianto audio verso la platea. Probabilmente era saltato. Sentivamo ancora la musica perché proveniva dai monitor che erano sul palco e che infatti hanno permesso ai Negramaro di terminare la scaletta senza neanche accorgersi di niente. Sono cose che possono succedere per svariati motivi, ci mancherebbe. Però ti lasciano con l’amaro in bocca.
Quello che mi interessa sottolineare è quanto sia importante l’acustica. Non sembra, non ci si fa caso. Chi va ad un concerto, difficilmente nota queste cose perché si è tutti focalizzati sulla band o sul proprio artista preferito. Però, in quel momento, tutti ci siamo resi conto di quanto in realtà sia fondamentale. E’ stato evidente che nessuno di noi avesse più lo stimolo di saltare come un pazzo, di urlare a squarciagola i testi delle canzoni, di tenere il tempo battendo le mani. Non c’erano più i volumi giusti, non ti “abbracciavano” più quelle frequenze che ti facevano fare “la matta” fino a poco prima.
Dietro tutta quella strumentazione a cui non si fa troppo caso, ci sono tantissime persone che si muovono nell’ombra. Tecnici audio, luci, video, elettricisti, rigger (vedi Nota Tecnica #5), backliner (vedi Nota Tecnica #9), PA man, e tanti altri professionisti che vengono coordinati dal Direttore di Palco o Stage Manager (Nota Tecnica qui sotto) e che ci permettono di ascoltare e vedere i nostri artisti nella magia che solo un concerto dal vivo può darti.
Volevo salutarvi con questa ultima foto che sono sicura farà gelare il sangue ai colleghi tecnici del suono, e colleghe. 🙂


NOTA TECNICA #11
Lo STAGE MANAGER o direttore di palco è colui che coordina cose e persone sul palcoscenico durante tutto l’arco della giornata di un evento live – dallo scarico della strumentazione sul palco (Load-In), fino al ricarico nei bilici (Load-Out). E’ quindi la persona che, per tutta la durata dell’evento, coordina tutti i musicisti e i rispettivi staff tecnici. Conosce le schede tecniche di ciascun artista, sa cosa serve sul palcoscenico e organizza il timing della/e esibizioni. Tutto il personale, come i tecnici dell’illuminazione, del suono, degli oggetti di scena e dello scenario, riferisce direttamente a lui.
Il suo lavoro inizia diversi giorni prima dell’evento, così da poter coordinare al meglio l’intero staff tecnico, fare eventuali correzioni al timing di soundcheck ed esibizioni, oppure trovare soluzioni alle problematiche che spesso si vengono a creare nel caso ci siano più artisti su uno stesso palco, e anche molto diversi tra loro, e con annesse richieste tecniche.
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